Analisi isotopica

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La quantificazione del rapporto tra due isotopi dello stesso elemento ha un notevole potenziale per stabilire se due elementi chimicamente simili hanno provenienza diversa, in relazione alla differenza delle fonti originarie.

La distribuzione isotopica caratterizzante le fonti può essere influenzata da fenomeni di natura diversa che a loro volta possono determinare variazioni significative nei prodotti finali. Tali variazioni possono essere rilevate dalle tecniche di analisi degli isotopi stabili; infatti, molti elementi chimici hanno isotopi utili a tali scopi.

La possibilità di differenziare due campioni in base all’analisi isotopica è legata al fenomeno di frazionamento isotopico influenzato da processi chimici (es. nitrificazione, ammonificazione), fisici (es. evaporazione e condensazione) e biologici (es. fotosintesi, assimilazione, escrezione). Questi possono, infatti, alterare la marcatura isotopica dei composti, provocando un frazionamento della distribuzione degli isotopi tra i reagenti e i prodotti e producendo una variazione del delta isotopico dei prodotti rispetto ai reagenti.

L’analisi del rapporto isotopico tra elementi stabili e leggeri, quali carbonio, azoto, idrogeno, zolfo e ossigeno, ha quindi svariate applicazioni in diversi settori: agro-alimentare, ambientale, petrolchimico, geologico, aromi e fragranze.

Nel caso del 14C la sua determinazione ci può aiutare a discriminare tra risorse bio-derivate, cioè non derivate da fonti fossili, come i bio-carburanti e le bio-plastiche e quelle che non lo sono: certificare i propri prodotti bio-derivati crea un valore aggiunto ormai indispensabile per i propri clienti. Il 14C, inoltre, non è importante solo per caratterizzare se la natura della matrice è biodegradabile o meno ma anche per stabilire di quali natura sono le emissioni in aria dei combustibili.

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